26 settembre 2008

...una questione di CHIMICA!

Hermes,
come il servitore degli dei dell'Olimpo,
apportatore di sogni e di speranze,
custode di tesori e di arte,
osservatore notturno.



MERCURIO


MY STORY

Io (MERCURIO) ero già noto in tempi antichi in Cina e India, fuI inoltre rinvenuto in tombe dell'Antico Egitto risalenti al 1500 AC. In Cina, India e Tibet si riteneva che prolungassi la vita, curassi le fratture e aiutassi a conservare la buona salute. Si narra che il primo imperatore della Cina Quj Shi Huang Di sia impazzito e quindi morto per l'ingestione di pillole di me(-rcurio) che nelle intenzioni avrei dovuto garantirgli vita eterna. Gli antichi greci e romani mi usavano negli unguenti e come cosmetico.
Per gli alchimisti IO ero spesso visto come uno degli elementi primordiali
che costituiscono la materia; la parola indù per "alchimia" è rasavātam che significa letteralmente "la via del mercurio"; si riteneva che cambiando il tipo e tenore di (quell'antipatico mio parente) Zolfo, IO poteva essere trasformato in qualsiasi altro metallo, in special modo l'ORO.
Il simbolo chimico attuale di me è Hg e deriva dalla parola hydrargyrum, latinizzazione
del termine greco `Υδραργυρος (hydrargyros), parola composta dai termini corrispondenti ad "acqua" e "argento", per via del mio aspetto liquido e metallico. IO presi quindi il nome del dio romano MERCURIO per via della sua scorrevolezza e mobilità...(che detto tra noi...siamo la stessa cosa in due forme differenti!!!).


Be'...

è solo una questione di chimica!!!

COSA???

Un sacco di cose.

L'AMORE. E' questione di chimica.

Gli scienziati che studiano la cosiddetta "chimica dell'amore" affermano che nel nostro cervello si scatena una tempesta di neurotrasmettitori. Un gran caos. Infatti i ricercatori della Rutgers University nel New Jersey che hanno sottoposto a risonanza magnetica 17 ragazzi mentre mostravano loro immagini della persona amata, alternate a quelle di conoscenti e amici, hanno scoperto che il sentimento suscitato dalla "dolce metà" attiva due zone cerebrali collegate all'energia e all'euforia e fa produrre alti livelli di dopamina. Più si è innamorati, più queste zone del cervello vanno in tilt. Ossia l'innamoramento ci rende in pratica addicted, ossia dipendenti dal partner.

Secondo gli studi più recenti ogni tappa dell'amore (disponibilità, passione, consolidamento e maturità) sembra essere scandita da una precisa sostanza chimica prodotta nel nostro corpo.
I fase: disponibilità. A scatenare la predisposizione all'amore è la adrenalina, una sostanza prodotta dalle ghiandole surrenali quando l'organismo è sotto stress. Dal 1904 viene utilizzata chimicamente nei casi di shock. Essa provoca aumento della pressione arteriosa, dilatazione di bronchi e pupille, arresto della digestione: condizioni che il proprio partner interpreta come un messaggio di seduzione.
Nel Rinascimento infatti era di moda mettere negli occhi delle gocce di belladonna per far dilatare le pupille. Un antropologo americano ha fatto questo esperimento: ha mostrato a diverse persone due foto di una stessa donna, presentandole come gemelle e ha chiesto quale delle due "gemelle" fosse più desiderabile. La stragrande maggioranza degli intervistati ha scelto quella che aveva le pupille dilatate artificialmente.
II fase: passione. La sostanza che produce un vero e proprio senso di esaltazione, si chiama feniletillamina (PEA), che è simile all'anfetamina, perché aumenta le prestazioni psico-fisiche. Non si sa ancora quale organo la produca; si conoscono soltanto le zone del cervello che la accolgono. Provoca assuefazione e, se viene a mancare, scatena una depressione da astinenza. Chi passa da un flirt all'altro, non appena l'infatuazione iniziale si attenua, è come un "drogato dall'attrazione". L'azione della PEA è limitata nel tempo, cioè in genere interessa maggiormente i giovani che gli adulti. Vi sono tracce della PEA nel cacao e nell'acqua di rose: è forse per questo che il corteggiamento inizia regalando rose e, quando finisce, si mangiano cioccolatini?
III fase: consolidamento. L'ormone che stimola l'affetto reciproco e l'attaccamento ai figli è l'ossitocina, prodotta dall'ipofisi. Negli ospedali viene usata per aumentare le contrazioni durante il parto e il latte materno. In una università americana si è costatato che quando ai topi maschi veniva somministrata l'ossitocina collaboravano a costruire il nido e a proteggere la prole; se invece venivano trattati con una sostanza che bloccava la produzione di questo ormone, finivano col divorare i figli.
IV fase: maturità. In questa fase la coppia è aiutata a stare insieme, nonostante i figli siano già grandi, da alcune proteine prodotte dal cervello, dette endorfine, che hanno un effetto analgesico e calmante (simile alle morfine). E' la costante presenza del partner che stimola tale produzione.
Come si può notare la natura mette a disposizione dell'essere umano tutti i mezzi chimico-biologi per vivere un'esistenza assolutamente sana ed equilibrata.

PERFINO L'ODORE E' UNA QUESTIONE DI CHIMICA.

Fino a qualche anno fa si pensava che il senso dell'olfatto funzionasse solo negli animali, mentre oggi si ritiene che possa avere un ruolo determinante anche negli uomini grazie ai ferormoni ,molecole prodotte dalle ghiandole apocrife situate sotto le ascelle, intorno ai capezzoli e all'inguine.
I principali ferormoni sessuali sono l'androstenolo, uno dei composti del sudore dell'uomo e la copulina presente nelle secrezioni vaginali femminili. Non c'è dubbio che tra i fattori che producono l'innamoramento ci sia, da una parte, la vicinanza (il compagno di scuola, la collega di ufficio, cioè persone che hanno la nostra stessa appartenenza, a una classe sociale, a un livello culturale) e dall'altra la trasgressione, ossia il desiderio di infrangere le regole che gli antropologi chiamano "principio di esogamia": quello cioè che porta i membri di un clan o di una tribù a cercare il partner fuori dal gruppo di riferimento.

QUASI OGNI ARGOMENTO PUO' ESSERE UNA QUESTIONE DI CHIMICA...

...volete aggiungerne qualcuno???

...prego!